Vivi come credi.
Fa cosa ti dice il cuore.
Ciò che vuoi.
La vita è un’opera teatrale
che non ha prove iniziali.
e vivi intensamente ogni momento.
Prima che cali il sipario
e l’opera finisca senza applausi.
Charlie Chaplin
Vivi come credi.
Fa cosa ti dice il cuore.
Ciò che vuoi.
La vita è un’opera teatrale
che non ha prove iniziali.
e vivi intensamente ogni momento.
Prima che cali il sipario
e l’opera finisca senza applausi.
Charlie Chaplin
Saper mettere un punto e andare a capo è uno dei segreti di ogni storia della vita. Se lo ritardi, la rovini; se l'anticipi, la bruci; e se lasci che sia l'altro a mettere il punto al posto tuo, vuol dire che tu eri già uscito dalla storia.
Gli addii non si annunziano, si compiono e la loro violenza è inevitabile come quando si muore: la violenza del silenzio che seguirà.
Gli addii camuffati da arrivederci li considero le perfidie peggiori. In realtà tagliano proprio le gambe ad ogni possibile ritorno, rassomigliano ai falsi addii delle marionette, quelle addestrate a recitare tutte le sere davanti a un pubblico diverso ma per loro indistinto e sempre uguale, eterni burattini che se ne vanno con nelle orecchie di legno gli applausi dell'ultimo "bis" che si confonderanno con quelli di benvenuto del prossimo paese dove domani sera replicheranno lo spettacolo.
Mettere un punto non è abbassare il sipario e nemmeno cambiare copione. E' semplicemente interrompere la recita e uscire di scena. Non finire la battuta; osare, interromperla con un punto assurdo e scontentare il pubblico, l'impresario e perfino te stesso, perché recitare il tuo ruolo ti piaceva, eccome se ti piaceva, era "come se".... come se quella di Jack fosse davvero la tua vita.
Ma vivere tutto "come se "è un danno. Lo conosco e me lo sono procurato più volte. Ci sono coppie immobili che, per paura dell'abbandono, sono avvinghiate con il filo spinato del "come se", come se… si amassero ancora. Ci sono occasioni perdute sul lavoro per il terrore di trasferirsi in un'altra città o semplicemente di cambiare azienda o mansioni o colleghi, in cui il "come se "è la scusa consolatoria a cui aggrapparsi per non mettersi a rischio. Le sirene della felicità, spesso, infondono più sgomento delle catene di un'esistenza mediocre. Allora facciamo come se il nostro vecchio lavoro fosse ritornato appagante, come se l'invidia del collega fosse una carezza, come se lo stipendio non ci dispiaccia più e ci convinciamo che quella promozione sempre promessa e mai mantenuta, in fondo in fondo, ci lascia più liberi di vivere. Ma non appena è passata la "minaccia" di un'offerta di lavoro migliore, la "iattura" del colpo di fortuna, o quella altrettanto pericolosa di un nuovo amore, allora ricominciamo a lamentarci, di nuovo, come se non fossimo stati solo noi a perdere il treno, e malediciamo chiunque, dalle Ferrovie dello Stato, agli extracomunitari, al nostro stipendio di merda, moglie, suocera e cane del vicino -chissà quello che cazzo gli mette nel pappone per farlo latrare apposta alle tre di notte e rovinarmi l'esistenza-.
Ti ho chiesto di smettere di urlare…tu ed io davanti ...seduti su quelle sedie bianche…la finestra socchiusa..un pallido sole ti illumina il viso…non vedi come sei ridotta..il trucco sparso su tutto il viso..le tue lacrime sul tavolo azzurro fanno rispecchiare la merda che sei diventata…la tua maglia fa intravedere le tue spalle sulle quali si poggiano i tuoi capelli….singhiozzi….io giro non riesco a star fermo…tu ti sei tirata indietro cosa dovrei fare…starti accanto..proteggerti e consolarti..come facevo ogni sera quando volevi far esultare il tuo corpo..quando ti sei sentita fragile e hai sempre ripiegato su di me….sapevo che sarebbe successo tutto questo…..fuori fa freddo il fumo della mia sigaretta squarcia il nostro sguardo..sei li accovacciata sulla sedia..come se ti stessi proteggendo..ma forse sono io quello che avrebbe bisogno di un riparo…stai zitta almeno..non guardarmi..non cercare comprensione..non ho pietà non serve averne….E poi? Sei dannata sappilo..e hai dannato anche me con la tua bellezza…non so che fare…siamo qui..vattene ti prego bevi l’ultimo sorso di quella cioccolata, del mio amore se ti può servire…ho solo voglia di sentire il rumore dei tuoi tacchi in lontananza...
non ti ho mai chiesto questo..sono stanco di far illudere il mio cuore, non voglio più svegliarmi al mattino e trovarti accanto a me e la tazza di caffè in mano e sentire la parola “amore”…Ti prego vattene..ho bisogno di scordarti, voglio che quella sedia rimanga vuota..voglio chiudere gl’occhi e non rivedere mai più il tuo volto ingannevole…ti ho amato ne sono certo,ero felice..ma non posso nutrirmi con le briciole che ogni tanto mi lasci dalla tua vita..ho bisogno di sfamarmi..ho fame di te forse..ma non importa ora davvero…non sarei mai stato sazio con te…..devi capire tutto questo..almeno questo devi capirlo…non puoi restare una stupida bambina in eterno..devi crescere cristo…se non vuoi farlo per me..fallo per te almeno ti servirà non so quanti altri cretini troverai come me nella tua vita…non so se sarai sempre così fortunata..
Ti osservo,è l’ultima volta che vedo il tuo corpo,che sento le tue parole e il tuo odore vicino al mio, è dura per me pensa quanto sono scemo,perdo una bestia dannata e sono dispiaciuto,se solo tu sapessi come sta stringendo il mio cuore,se sapessi quanto odio perderti per la tua ingenuità per il tuo pressappochismo ma sarebbe ancora più sbagliato fingere che per me vada tutto bene..ti ho chiesto mille volte i perchè e non mi hai mai dato risposta…per paura come dici tu..ma quale cazzo di paura..se hai paura di vivere…toglitela questa vita..sei inutile anche per te stessa..non sei mai stata capace di prendere una decisione..di essere sincera, neppure con te stessa...ora chiudo la finestra…ti prendo il cappotto…esci..vieni con me, muoviti…sali in macchina….e sparisci da me..
Fare sesso nascosti in un cesso
fumarsi una Marlboro dopo l'amplesso
oppure farlo in macchina di fianco alla strada
buscarsi un raffreddore male che vada
sentirsi un po' animali, un po' primitivi
sentire che respiri, sentire che vivi
E convincere i tuoi ad andare in vacanza
spedirli un giorno al mare e farlo in ogni stanza
provare le ricette, collaudare la cucina
usare
guardare il suo corpo, scoprirne la forma
sentire dei passi... è qualcuno che torna...
Fare sesso, succhiarne la polpa
e via la vergogna e i sensi di colpa
sdraiarsi sulla sabbia, rotolarsi nel fango
carezzarle le gambe, improvvisarsi in un tango
annusarle la pelle, scoprirne l’odore
passare dal sesso a fare l’amore....
E... altro che l’America...
altro che la musica...
Quando sei selvatica...
altro che l’America !
E vivere una notte lunga una vita
avere il suo profumo ancora tra le dita
svegliarsi affamati e rifarlo per ore
passare dal sesso a fare l’amore....
E... altro che l’America...
altro che la musica...
Quando sei selvatica...
altro che l’America !
che l’America !
Quando sei selvatica...
altro che l’America !
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