lunedì 29 settembre 2008

Domande e risposte....


Non servono le caramelle per stare meglio
Quelle sono come fiumi di parole fatte d’aria, che ti gonfiano coi loro zuccheri ma non ti saziano…
Ma sentirsi un’eccezione nella vita di una persona che ami … Deve essere davvero appagante…
A tal proposito mi viene in mente una scena tratta dal film “Tristano e Isotta”, in cui i due amanti mentre si amano si confrontano. Riporto il breve dialogo che spiegato soltanto non renderebbe l’idea. E’ lei che chiede a lui…



”Quante donne hai amato prima di me?”
“…Nessuna...”
“…E dopo di me?”
“…Nessuna…”



......Sicuramente Tristano nei suoi trascorsi ha amato e ha sicuramente avuto altre donne. L’amore si manifesta in tante forme, di certo una non meno importante dell’altra. Ma Isotta era l’Eccezione. Per l’amore di lei ha tradito la fiducia, l’amore e l’amicizia del suo Re. Ha tradito il suo regno. Non l’avrebbe fatto per nessun’ altra. Per nessun motivo al mondo. Né prima, nemmeno dopo di lei. Questa è la differenza del passato rispetto al presente. Di un rapporto rispetto ad un altro. Perché TU eri l’eccezione.......



“…..e non mi resta che incollare un paio d’ali al mio cuore...
....su questa testa...
e lasciare tutti i dubbi a una finestra
per quel paio d'ali sai non è più festa
perché non è molto il tempo che mi resta...
no mi resta, no mi resta,
ho incollato un paio d'ali a questo cuore....
...a questa testa
si ma tu stringi, stringi, stringi, dannazione,
stringi, stringi, stringimi forte su questa finestra
non far volare via questo cuore....
...questa testa....
se ti porti dietro il mondo porta pure me”


(…. Strapparti il cuore a morsi per tenerlo stretto stretto nel mio pugno chiuso, e poi buttarlo giù…fino in fondo al mare…non servirebbe...DANNAZIONE)

domenica 28 settembre 2008

Vasco Rossi Live 2008 Bologna


Novecento metri quadrati di palco: un enorme «mostro di ferro», circondato da mille specchi e ridondante di effetti speciali, per ospitare il «Blasco» allo stadio dall'Ara di Bologna, sono arrivati in pullman auto e treno da ogni parte del Sud i 40mila fans. Io, noi, tra scooteroni e moto eravamo una ventina.
Due ore e mezzo di spettacolo di vero rock duro. In scaletta 30 brani, con le nuove canzoni ma anche con quelle di un tempo, da T'immagini ,la Noia, Vita Spericolata, Un senso, Sally e Gioca con me, l’ultimo singolo che in radio fa la parte del leone, e Basta Poco.
La band del Blasco composta dai chitarristi (Stef Burns e Maurizio Solieri) basso (Claudio Golinelli) batteria (Matt Laug) Pianoforte (Alberto Rocchetti) tastiera e tromba (Frank Nemola)sax (Andrea Innesto)coro e vocalist (Clara Moroni).

Eravamo in 40mila per il Blasco, il mio idolo, l'idolo di chi sogna una vita spericolata è salito sul palco dello stadio Dall'Ara, nella sua Bologna, alle 21 in punto. Nella sua Bologna. Il boato, caldissimo, del popolo di Vasco Rossi l'ha accolto. Ricambiato poco dopo da un 'Finalmente a Bolognà, urlato assieme a un 'Ciao Zocca' dedicato alla sua patria, al primo dei due concerti voluti a Bologna per il 'Vasco tour 08' (il bis sempre allo stadio il giorno sucessivo, quasi obbligatorio visto che i primi biglietti sono andati a ruba in poche ore) c'erano almeno 40mila fan, armati di fotocamere, cellulari e cornetti da diavolo rosso in testa. Tutti rapiti dal 'Komandante', al centro del mega palco alto 25 metri, con mille specchi convessi cattura-luce e due maxi schermi laterali. Cappellino verde, soliti occhiali scuri e jeans, un Blasco in gran forma ha scaldato il pubblico con oltre due ore di concerto.
Un concerto Stupendo, oserei dire, ero nel prato, proprio sotto al palco (e per i biglietti devo ringraziare una certa Cristina -forse questo nome vi ricorda qualcosa.....- ), era uno spettacolo. Vedevo Vasco direttamente in volto, quasi potevo sentirgli la puzza di piedi (bleah), lui era uno spettacolo, ha fatto 30 canzoni tra cui un medley e una dedica, come sempre, a Massimo Riva e a tutti quelli che se ne sono andati troppo presto.

Scaletta del Concerto (scritta grazie alla Giorgia che, impazzita, se le segnava tutte nel cell) :

1) Qui si fa la storia 2)Cosa importa a me 3) Dimmelo te
4) La noia 5) Vieni qui 6) Alibi
7) Non appari mai 8) E adesso tocca a me 9) Come stai
10) Colpa del Wisky 11) Ti immagini 12) Siamo soli
13)Gioca con me 14) Ormai é tardi 15) Medley (Deviazioni,mi si escludeva,alibi)
16) Colpa d'Alfrdo (cenno) + Siamo solo noi 17) Sally
18) Rewind 19) Un senso 20) C'è chi dice no
21) Gli spari sopra 22) Il mondo che vorrei 23) Vivere
24) Toffee 25) Ridere di te 26) Brava Giulia
27) Va bene così 28) Vita spericolata 29) Alba chiara

Ora una piccola considerazione: per chi piace Vasco, la sua musica, questo concerto è stato uno dei tour più belli della storia Vasconiana. Ma per i veri fans, quelli che conoscono tutta la sua discografia, la storia della sua musica, i fans veri, quelli che lo seguono da anni e anni e non solo per moda, quelli come me, questo concerto è stato si bello, ma nulla se paragonato al tour "BASTA POCO 2007", dove il Nostro Vasco ha tirato fuori dal cilindro canzoni "vecchie", storiche, le prime canzoni. Parlo di Asilo republic, Ciao, Anima Fragile,Voglio andare al mare..... e che spettacolo era vedere "fans" che durante alcune canzoni non cantavano perchè gli erano sconosciuti i testi.....ahahah!!!!
Ma è giusto così, quest'anno ha pubblicizzato il suo nuovo album....



venerdì 26 settembre 2008

Esiste un posto dove la natura dell’uomo viene pressoché annientata, dove l’uomo diventa bestia (e certe volte ciò non sarebbe nemmeno negativo!!), dove il contatto umano diventa spallata. Non vi sto parlando di carceri o di lager, sto parlando dell’Ipercoop.

E parlando dell’ipercoop parlo di tutta quella serie di posti marziani che passano sotto il nome di centro commerciale. Ma volete mettere com’era più bello e umano quando la spesa si faceva all’alimentari? Si conosceva la persona che si aveva davanti, si facevano due chiacchiere, si diventava quasi amici. Ma il mondo è cambiato, si è un mondo difficile, è un mondo cattivo, felicità a momenti e destino incerto. Quando la vita mi costringe ad entrare in questi posti vengo immediatamente investito da un senso di terrore, dato da cosa, non so...poi quando ci si va accompagnati da una ragazza.....AIUTOOOOOOOOOO

Dentro questi luoghi satanici mi ritrovo spesso ad osservare la gente, nei miei vari anni di militanza son riuscito a suddividere l’essere da supermercato in ? categorie:

- il prototipo da supermercato: questa razza la riconosci subito, perchè quando si trova nel centro commerciale si sente nel suo mondo, questo luogo è il suo habitat naturale, lo riconosci subito perchè sorride. Prende il centro commerciale come un luogo di svago, oserei dire come un passatempo, è colui che quando non sa cosa fare si reca in questo luogo e ne trae godimento. E’ domenica e piove? Lui va al centro commerciale, magari non ha da comprare una sega, ma è uguale, si aggira sorridente tra scaffali e negozietti guardando tutto il ben di dio che potrebbe acquistare. Ma non deve comprere una mazza!!! Ma il vero malato è quello che ci rimane a cena. Si, ci sono persone che, alla chiusura dei negozi si recano nella zona ristorazione e ci passano la serata. Ogni commento mi pare superfluo ma vi posso assicurare che di prototipi da centro commerciale ce ne sono tanti e si aggirano tra noi come delle persone normali.

- la moglie padrone: questa è composta solitamente dalla moglie padrone e dal marito sfavato. La moglie padrone la riconosci perchè si aggira con la sua lista della spesa e perchè impartisce ordini al marito sfavato come un generale delle SS. Fa correre il marito da uno scaffale all’altro a prendere le cose. Le più specializzate riescono a guidare il marito con il solo sguardo. Si riescono a telecomandare il marito con il solo movimento degli occhi. Il malcapitato si fa un culo come una cesta per accontentare ogni desiderio della moglie, a volte accenna un principio di reazione che sfocia però in semplice bubbolio. Lui mai e poi mai vorrebbe andare a fare la spesa, magari di domenica, ma il mondo gira così le donne comandano e gli uomini ubbidiscono. Gente non vi sposate perchè l’ipercoop di domenica è una delle cose più terrifficanti che vi possono capitare nella vita. Ogni commento mi pare superfluo ma vi posso assicurare che di mogli padrone ce ne sono tante e si aggirano tra noi come delle persone normali.

- il prezzista: la ricerca del prezzo più basso è la sua vita, il 3x2 è il suo motto, il giornalino delle offerte la sua bibbia. Si aggira nel centro commerciale con in mano le statistiche di tutti i supermercati della città, in uno compra il pane perchè costa meno, in uno compra i detersivi perchè costano meno, in uno compra la verdura perchè costano meno. Passa la sua giornata a confrontare prezzi e acquista solo cose convenienti e scontate ed il fine di tutto questo non è risparmiare, perchè a ma forza di fare anvanti e indietro da un supermercato e l'altro ci rimette in benzina, bensì vantarsene. Si perchè poi racconta fiero alla gente storie del tipo “sai ieri ho comprato i peperoni a venti centesimi il chilo, erano di plastic..... ma però!”. Se gli dite che in un posto li avete pagati meno perde la testa, rischia la crisi di nervi, quindi abbiate pietà di loro, sostenete a accondiscendetegli, fategli i complimenti quando vi raccontano le loro imprese. Ogni commento mi pare superfluo ma vi posso assicurare che di prezzisti ce ne sono tanti e si aggirano tra noi come delle persone normali.

- la vecchina nana: la razza più temuta. Dalla tenera età di diciottoi anni, diciamo da quando ho passato il metro e ottanta ho il terrore di imbattermi nelle persone basse che si aggirano nel supermercato. Le vedi che passano le ore davanti a un prodotto posto sullo scaffale più alto in attesa della vittima, si perchè quando individuano una persona di statura normale la bloccano e con aria innocente le dicono “bel giovine, lei che è così alto potrebbe cortesemente prendermi la carta igienica che io non ci arrivo? Ma poi vorrei sapere perchè mettono le cose così in alto!”. Io invece vorrei sapere perchè devono sempre spaccare le palle a me per prendergliela. Si perchè una volta va bene, due anche, ma passare dieci anni a prendere la carta da culo ai nani non va più bene. Quindi un consiglio, se vedete delle persone al di sotto del metro e sessanta ferme e che si guardano intorno cambiate corsia! Ogni commento mi pare superfluo ma vi posso assicurare che di vecchiette rompi-balle ce ne sono tante e si aggirano tra noi come delle persone normali.

- il Plin Plon… «Attenzione, prego. Il piccolo Matteo attende la mamma al Box Informazioni. Ripeto. Il piccolo Matteo attende la mamma al Box Informazioni». I bambini che si perdono nei centri commerciali sono i peggiori… E soprattutto hai mai visto le facce delle loro mamme? In genere sono signore che arrivano davanti al box abbastanza trafelate, dopo aver girato in lungo e in largo l’intero supermercato alla ricerca della creatura, (tanto da sapere la collocazione di tutti i prodotti, meglio di qualunque addetto alle vendite!!! ;) ) … La cosa più strana è che cercano il figlio al reparto ORTOFRUTTA o vicino al bancone della MACELLERIA. Ora mi domando e dico.. Ma se dovete inventarvi storie di aeroplani che decollano da non-so-dove e atterrano nelle loro fauci, solo per fargli mangiare due carote lesse…se dovete tagliare la carne in tanti piccoli quadratini e farli passare per pecore di un gregge al solo scopo di far assumere al vostro bambino un po’ di proteine… Secondo voi, se vostro figlio si allontana, va propriolì??? All’interno di un qualunque centro commerciale, i marmocchi possono essere in due posti: 1) comodamente seduti davanti al televisore a guardare un DVD di un cartone animato, 2) davanti alla Playstation… Gli altri reparti NON LI CONOSCONO!!! Non sanno nemmeno che esistono! Ma peggiori delle mamme sono i NONNI. La mamma arriva al box informazioni TRAFELATA. Il nonno giunge SUDATO marcio, con l’ascella pezzata (sia d’estate che d’inverno) e il fazzoletto in mano per detergersi il sudore dalla fronte. La mamma parla a singhiozzi, ma si riesce a capire quello che dice. Il nonno è AFONO: la voce gli è scomparsa a forza di urlare il nome di suo nipote «MATTEOOOOOOOOOOOOOOO!!!» . La mamma ha un volto leggermente arrossato. Il nonno è BIANCO, no direi piuttosto VERDE… Sì, non so perché ma la loro faccia assume questa tonalità… Ogni commento mi pare superfluo ma vi posso assicurare che di Plin Plon, di mamme trafelate e di nonni privi di deodorante ce ne sono tanti e si aggirano tra noi come delle persone normali.

- Quelli che " l’ipermercato si compone di un solo scaffale". Credono che le uova siano accanto ai detersivi, che lo yogurt sia vicino allo shampoo e che il latte fresco si possa conservare ovunque, tranne che nel reparto frigo… Secondo me, la persona che compila la loro lista della spesa NON deve scrivere un semplice elenco - latte, uova, prosciutto, insalata, biscotti- ma deve corredarlo anche di indicazioni tipo… APPENA ENTRI, A DESTRA, prendi il latte. PROSEGUI A SINISTRA, DAVANTI ALLE CASSE, ci sono le uova. VAI AL REPARTO ORTOFRUTTA e compra un cesto di insalata, ecc. ecc. Anzi, meglio ancora… Ti immagini una planimetria dell’ipermercato con la scritta «VOI SIETE QUI»? Ahahahah

Potete prendere quello che ho scritto come un’ analisi sociologica o come uno sfogo personale, anzi eliminate la prima ipotesi e prendete queste due righe solamente come uno sfogo personale.

Che aggiungere..........BUONA SPESA!!!!

Ps. Ecco a voi il grande Giuseppe Giacobazzi che racconta, dal suo punto di vista, quel posto chiamato IPERCOOP.......


mercoledì 24 settembre 2008

IL DESTINO


Ma viene l'attimo quando
alla porta bussa il Destino
con la tua stessa mano.

Non puoi non aprirgli.
E mette in fuga il silenzio
con la voce tua.

Quel che è scritto per te -
con calligrafia incerta
sarai tu stessa a scriverlo.

Se per paura lo cancelli,
cancellerai il tuo volto
con il gesto tuo.

Il Destino prende dimora in te.
E dove potrai fuggire, tu,
più lontano dalla tua pelle?


Blaga Dimitrova

martedì 23 settembre 2008

Il Cicco e il Luis domani si laureano...

Fantastico premio


Infinitamente grazie a Moka

Tra l'attesa e la resa....


Sono attento tra un passo e l’altro…cammino lento verso le porte della pienezza. Accelerando sempre più spesso.
Nella distanza dei miei passi ci sono flessioni della mente, i miei quaderni d’appunti che inchiodano le emozioni in alta marea!…parole che sbriciolano la nebbia fitta di confusione che fa muffa qui dentro. Una nube di ricordi spinosi che a volte mi ingoiano ancora giù…e mi fanno girare in tondo su di un carillon. Sono in attesa e non vedo l’ora di scavalcare quella porta che mi introdurrà in un tempo non più infetto.
Lì mi aspetta il gusto tondo di un vino rosso d’annata buona, incollato alla sedia del presente,quello di un amore puro da bere e assaporare piano in tutti gli spigoli del mio corpo e respirato fino in fondo dal centro della mia anima in tutta la sua intensità. E’ un’amore tutto per me…che annienterà la mia parte d’intolleranza per invadere le narici del cuore di infinita mansuetudine e accoglienza….
Si, sarà come svegliarsi su un cuscino di leggerezza, in braccio ad un sorriso assolato.
Quanta distanza ancora..tra l’attesa e la resa…la rinascita....

Faccio scorrere i cassetti del mio presente contengono tutta la mia fretta di attraversare, oltrepassare questi tunnel.…tunnel del passato, mi sembra proprio di non riuscirla più a contenere e mi centrifuga lo stomaco…Gli occhi hanno già la presa sull’accelleratore, si spingono oltre lo sguardo di una diapositiva antica ma che trasuda ancora sangue…di note irrequiete che trasportano echi di dolore…sto aspettando di saper correre su marciapiedi senza buche, di attraversare strade senza inciampare restando a terra...di vedere cadere pioggia e acquazzoni senza usare ombrello. La distanza si sta accorciando, caro passato mio…e tu non avrai più ancora così tanto potere su di me, io ci sono dentro a quel flusso di pensieri che mi sta portando da te....sto arrivando al centro di tutto il dolore di cui tu hai impregnato troppi momenti addietro…quei minuti hanno ancora i miei occhi bagnati che voglio riprendermi e recidere ogni legame con te per sempre! Ti porterò fiori di seta e rose ricche di spine in cambio mi riprenderò la mia eredità dei momenti allargati e carichi di gioia della mia spensieratezza che hai polverizzato in tutti questi anni lasciandomi solo le foto di quei momenti in cui mi sento ancora duellare con l’inquietudine! I nodi si slegano, sai? ....allo specchio! tutto è più nitido…lì non hai dove scappare lontano. E’ li che attingo la mia forza, è li che la mia coscienza s' "illumina d’immenso" e riflette luce riempendo tutta la mia forma, fino a scoppiare....proprio come quando nasce una nuova stella....una nuova era....una nuova alba...

Sta rinascendo rivestito di nuovo il valore di me stesso, sarà il "centro di gravità" della mia felicità, finalmente la riconoscerò, la ritroverò, la toccherò, la berrò in un tuffo del mio respiro!

La linea d’ombra, la nebbia che io vedo a me davanti per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovoMi offrono un incarico di responsabilità portare questa nave verso una rotta che nessuno conosce...è la mia età a mezz’aria in questa condizione di stabilità precaria ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto mi giro e mi rigiro sul mio letto, mi muovo col passo pesante in questa stanza umida di un porto che non ricordo il nome... il fondo del caffè confonde il dove e il come e per la prima volta so cos’è la nostalgia, la commozione...nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione, per ogni strappo un porto, per ogni porto in testa una canzone....è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione senza preoccupazione, soltanto fare ciò che c’è da fare e cullati dall’onda notturna. Sognare la mamma… il mare....
Mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto che una nave c’ha bisogno di un comandante. Mi hanno anche detto che la paga è interessante e che il carico è segreto. E' importante il pensiero della responsabilità, si è fatto grosso...è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato...saltare verso il tempo indefinito dell’essere adulto...di fronte
a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura: cosa sarò, dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio, io giovane, lui vecchio e le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio "la vita non è facile ci vuole sacrificio, un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione".... Arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione e adesso è questo, un giorno di monsone col vento che non ha una direzione. Guardando il cielo mi sento un senso di oppressione ma è la mia età dove si sa come si era e non si sa dove si va nonostante gli impegni, il lavoro.... cosa ci sarà, che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera ma non ho paura di essere mangiato...ho molto appetito, ho voglia di mangiare….non so cos’è il coraggio. ma sicuramente non è il prendere e mollare tutto...non è scegliere la fuga ma affrontare questa realtà che poi non è per nulla cosi difficile da interpretare....ma bella da esplorare, provare a immaginare cosa sarò e come sarò quando avrò attraversato il mare, portato questo carico importante a destinazione....dove sarò al riparo dal prossimo monsone....


Mister

venerdì 19 settembre 2008

Il mio destino


Non ci riesco!
Avrei voluto ma non riesco. Non riesco ad essere un cattivo ragazzo. Per quanto mi sforzi, m'impegni, gli altri continuano a fidarsi, ad aver bisogno di me.
E continuano a chiedere, a pretendere. Ed io son li, ad elargire, a cedere.
Da quell'uomo prima, e quella donna dopo, che in auto mi han chiesto informazioni stradali. Come quell'uomo che, fra tante persone che andavano avanti e indietro, ha chiesto a me, dopo avermi guardato in viso, di aiutarlo a far ripartire l'auto che non andava, a dargli una spinta; e l'auto è ripartita. A quella rissa, una sera di poco tempo fa, in cui ero intervenuto per... ..per avere una rissa.
Ma la mia sicurezza, o forse semplicemente il mio viso "pulito" o forse tutti e due, son riusciti a sedarla, a calmare l'aggressore che incalzavo, a proteggere il malcapitato di turno.
Avrei voluto semplicemente una rissa!!!

Ho potuto soltanto riportare pace.
Credo sia il mio destino. Per quanto mi sforzi di chiedere e pretendere, riesco solo a dare incondizionatamente. E le situazioni in cui mi trovo frequentemente, sembrano fatte apposta, sembrano esser messe sul mio cammino per uno scopo ben preciso, che mi sfugge.
Ed io vorrei, semplicemente vivere a muso duro. Esser quello duro, quello egoista che pensa a se.
Quello che fa carriera, che si realizza nella vita,
Quello che colleziona successi, che ottiene senza chiedere.
Quello egoista che si muove per tornaconto.
Perchè ho dato e ricevuto alle volte solo sofferenza, dolore, delusione, illusione.. Altre volte, però, sorrisi, amore sincero, dolcezza. Perchè volevo uno spazio tutto mio. Perchè volevo che finalmente qualcuno mi desse, senza ch'io chiedessi.
Ma non è il mio destino. Non sono nobile, ma servitore...forse...
E continua il mio fato, a costringermi a dare senza pretendere in cambio.
Ad esser colui a cui chiedere, sapendo di ottenere.
E mi si costruisce innanzi questa via, e non ho vincoli di fuga.
Lottare per gli altri, come un santo?
Solo oneri e niente onori?
Il soprannome che tanto amavo....IL MISTER MALEDETTO....esiste veramente?!

martedì 16 settembre 2008

Email che fanno male.

"Alla CA. Gentile Direzione Carrefour di Assago

Mi chiamo Barbara e sono la mamma orgogliosa di un bambino autistico di quattro anni.

Nel Vostro sito, leggo della Vostra missione e soprattutto del Vostro impegno nel sociale.
“La nostra capacità di integrarci con il territorio in cui siamo presenti, di comunicare con le istituzioni locali e di sostenere progetti sociali e associazioni umanitarie si riscontra attraverso azioni concrete:

• Finanziamento della ricerca contro alcune malattie del XXI secolo
• Sostegno alla giornata nazionale indetta dal Banco Alimentare per la raccolta di generi alimentari
• Sostegno di iniziative umanitarie di vario tipo”

Lasciatemi dire che oggi nel punto vendita di Assago avete sfiorato la discriminazione punibile per legge.

Era previsto un evento che mio figlio aspettava con ansia: il tour delle auto a grandezza reale del film Cars.

Vestito di tutto punto con la sua maglietta di Cars, comprata DA VOI, oggi l’ho portato, emozionatissimo, ad Assago. Vista la posizione di Saetta, ci siamo avvicinati per fare una foto. Click, click, click, bimbo sorridente a lato della macchina. Avevate previsto un fotografo, sui sessant’anni, sembrava un rassicurante nonno con una digitale da 2000 euro, collegata a un pc dove un quarantacinquenne calvo digitalizzava un volantino carinissimo con le foto dei bimbi di fronte a Saetta, stampate all’interno della griglia di un finto giornale d’auto. Una copertina, insomma, che i bimbi chiedevano a gran voce e avrebbero poi incorniciato in una delle costose cornici in vendita nel Vostro reparto bricolage. Chiaramente, il mio biondino, che purtroppo per la sua malattia non parla (ancora), mi ha fatto capire a gesti che gli sarebbe piaciuto. Per quale ragione non farlo? Semplice, lo avrei capito dopo poco.

Attendo il turno di mio figlio, con estrema pazienza, e senza disturbare nessuno. Ci saranno stati una ventina di bambini, non di più. Non cento, una ventina.

Arriva il turno del mio piccolo, e non appena varca la transenna, resta il tempo di ben DUE SECONDI girato verso il suo idolo a grandezza naturale, invece di fissare l’obiettivo del fotografo. Mi abbasso, senza dar fastidio alcuno, scivolo sotto la corda e da davanti, chiedo a mio figlio di girarsi. Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!” Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata,che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L’umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico. Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“.

Son stata talmente male da non riuscire a reagire, ho dovuto uscire all’aria aperta, con il bambino piangente, per prendere fiato dopo tanta umiliazione.

Ho pianto. Dal dolore.

Questo è l’articolo 2 comma 4 della legge 67 del 1 Marzo 2006, a tutela dei soggetti portatori di handicap:

-Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.

Vorrei sapere come intendete agire, se con una scrollata di spalle come i Vostri dipendenti, di fronte a un trauma che avete fatto subire ad un bambino che già dalla vita è messo ogni giorno a dura prova.

Manderò questa mail in copia alla segreteria dell’onorevole Carfagna, e alla redazione di Striscia la Notizia, oltre a pubblicarla sul mio sito personale.

Tacere non ha senso, e ancora minor senso hanno le umiliazione che io e mio figlio abbiamo subito oggi."


Sono semplicemente indignato e senza parole.

lunedì 15 settembre 2008

Alba

C'è sempre qualcosa di magico in un giorno che inizia ...

C' è la speranza di tante possibilità di vita che si aprono ai tuoi occhi attraverso il tuo corpo che si risveglia e si prepara a un nuovo presente e la tua mente pronta a ricevere luce e linfa per trasformarle in energia pura...
La voglia di fare dopo aver respirato a polmoni ampi ... infinite progettualità che potrebbero concretizzarsi in gesti per te gratificanti e significativi ...
Una nuova alba è promessa di vita che si rinnova attraverso un gesto di amore che la vita ha per te.
Il mio augurio è che sia sempre così per noi tutti.
Luce morbida e soffusa preludio di pieno giorno.

sabato 13 settembre 2008

La buona azione della giornata

Anche per oggi, ho fatto la mia buona azione.
Mentre tornavo a casa da lavoro, è passata una utilitaria, che faceva rumore mentre camminava: un ticchettio.
Non eccessivamente forte, ma molto fastidioso.
Ho intuito subito che era colpa di una pietruzza che era andata ad incastrarsi nel battistrada dello pneumatico.
Girato l'angolo, ho visto che l'auto si era fermata.
Ne era scesa una donna, che stava osservando l'auto e cercava di capire che cos'era che non andasse e che facesse quel rumore. Mi sono avvicinato, è le ho dato la soluzione. Ha messo l'auto a folle, ho estratto la pietra.
Ho visto che aveva anche una bambina in auto: sarebbe stato un motivo in più per aiutarla, se l'avessi vista prima.
Morale della favola:
2 minuti del mio tempo, in cambio di un sorriso, di un complimento e di un passaggio: "sei stato gentilissimo! Vuoi un passaggio?" Purtroppo ero quasi arrivato a casa, e poi non volevo farle deviare strada, anche perchè aveva detto che doveva fare un lungo cammino con l'auto.
Così, ho rifiutato il passaggio, ho risposto al sorriso, ho salutato e mi sono incamminato verso casa.
In lontananza ho visto l'auto girare a sinistra (io dovevo andar dritto), ma questa volta, senza far rumore.

martedì 9 settembre 2008

Libertà

Che prezzo ha la libertà di ciascuno di noi, posseduta da sempre da qualcuno o conquistata da qualcun altro a caro prezzo? Personalmente mi sento di dire che ha il prezzo di scelte sofferte e molto dolorose per provare tendere verso qualcosa di più. Ma anche il profumo della serenità e della consapevolezza di avere, finalmente, una nuova opportunità di vita. Da far crescere e nutrire. Da custodire gelosamente.
Da non sprecare incautamente...




Libertà

Sui miei quaderni di scolaro
sulla mia cattedra e sugli alberi
sulla sabbia sulla neve
scrivo il tuo nome

Su tutte le pagine lette
su tutte le pagine bianche
pietra sangue carta o cenere
scrivo il tuo nome

Sulle immagini dorate
sulle armi dei guerrieri
sulle corone dei re
scrivo il tuo nome

Sulla giungla e sul deserto
sui nidi e sui cespugli
sull'eco della mia infanzia
scrivo il tuo nome

Sulla meraviglia delle notti
sul pane bianco dei giorni
sulle stagioni fidanzate
scrivo il tuo nome

Su tutti i miei stracci d'azzurro
sullo stagno sole marcito
sul lago luna viva
scrivo il tuo nome

Sul campo sull'orizzonte
sulle ali degli uccelli
e sul mulino delle ombre
scrivo il tuo nome

Su ogni sbuffo d'aurora
sul mare sulle barche
sulla montagna demente
scrivo il tuo nome

Sulla spuma delle nuvole
sui sudori della tempesta
sulla pioggia spessa e scipita
scrivo il tuo nome

Sulle forme scintillanti
sulle campane dei colori
sulla verità fisica
scrivo il tuo nome

Sui sentieri risvegliati
sulle strade dispiegate
sulle piazze che trabordano
scrivo il tuo nome

Sul lume che s'accende
sul lume che si spegne
sulle mie ragioni riunite
scrivo il tuo nome

Sul frutto tagliato in due
dello specchio e della mia stanza
sul mio letto conchiglia vuota
scrivo il tuo nome

Sul mio cane goloso e tenero
sulle sue orecchie drizzate
sulla sua zampa maldestra
scrivo il tuo nome

Sulla pedana della mia porta
sugli oggetti familiari
sul flusso benigno del fuoco
scrivo il tuo nome

Su ogni carne accordata
sulla fronte dei miei amici
su ogni mano che si tende
scrivo il tuo nome

Sul vetro della sorpresa
sulle labbra intenerite
ben al di sopra del silenzio
scrivo il tuo nome

Sui miei rifugi distrutti
sui miei fari crollati
sui muri della mia noia
scrivo il tuo nome

Sull'assenza senza desiderio
sulla solitudine nuda
sui gradini della morte
scrivo il tuo nome

Sulla salute ritornata
sul rischio scomparso
sulla speranza senza ricordo
scrivo il tuo nome

E per il potere d'una parola
ricomincio la mia vita
sono nato per conoscerti
per nominarti