Ancora una, poi basta. Ancora una volta mi lascerei stringere dalle tue catene. Mi lascerai lacrime mute che bagnano il cuscino. Mi lascerei condurre fino alle tue fantasie. Mi lascerai ricordi strappati, che rigano il volto.
D’improvviso l’aria è più pesante...respiro fumo. Divento fiato sui vetri appannati. Soffio interminabile lungo pochi secondi. Devo svuotare il posacenere. In questi momenti mi sento una corda sospesa nel vuoto con tutto quel cielo di mezzo e sotto le case e le colline che sembrano un presepe. Le luci colorate sono già montate su tutti i lampioni e mi fanno l’occhiolino… Sono scintille appannate, decorazioni sugli alberi spogli bruciate qua e là.
Di buio steso tra i contorni del cielo, di profumo di caldarroste.
Alle volte mi sento ghiaccio e vento freddo. Con le mani fredde soffio nebbia e note sbiadite.
Quella cagna con il cappello rosso sa che non ci sei più e mi guarda con gli occhi "tristi" mentre io la accarezzo e la invito ad accompagnarmi a fare un pò di compere....
Il padrone suona la chitarra e la musica accompagna la voce appiccicata a cappotti scuri.
La stazione mi guarda da dietro il giardino. E’ partito anche l’ultimo treno senza di me. Stasera lo invidio, lui che corre da te.....io lontano da te...
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